Giuseppe Turrini

Alberico Crafa

Giuseppe Turrini

Kālidāsa, il Risorgimento e la polemica anticattolica tra Otto e Novecento

La figura di Giuseppe Turrini (1826-1899), medico, letterato, patriota e indologo è rimasta a lungo dimenticata nel panorama – ancora troppo trascurato – della storia degli studi indologici in Italia.
Il primo capitolo ripercorre il suo trascorso biografico, professore di filologia indoeuropea presso l’Università di Bologna dal 1860 fino alla morte, e della sua formazione nel campo degli studi indologici e filologici a partire dalle uniche fonti a disposizione: la corrispondenza inedita fra Silvestro Centofanti (1794-1880) – accademico, politico e tutore del Nostro – e la sorella, Margherita Turrini, nel periodo trascorso dal giovane trentino tra Pisa e Firenze.
L’opera dello studioso aviense è ora conservata nel Fondo omonimo presso la Biblioteca Comunale di Trento, a cui per sua volontà testamentaria fu donata, insieme alla ricca biblioteca personale. Nel secondo capitolo si è provveduto quindi ad offrire una panoramica dei contenuti del Fondo Turrini a partire da alcune considerazioni sul ruolo dell’istituto deputato alla conservazione delle memorie intellettuali dell’indologo, la Biblioteca Comunale di Trento, luogo in cui la comunità locale rivendicò la propria italianità attraverso il recupero e la conservazione delle memorie del passato o attraverso la testimonianza dei suoi più illustri cittadini che avevano lottato per l’unificazione del Paese e che continuavano a lottare per la propria terra d’origine.
Oltre che nei volgarizzamenti di passi tratti dalle scritture sacre, l’opera intellettuale del Turrini si fa carico infatti di finalità etico-morali di cui si conserva testimonianza anche tra i sui lavori di ambito indologico mai dati alle stampe. Nel terzo capitolo abbiamo scelto quindi di soffermarci sulle traduzioni in parte inedite di estratti antologici tratti da tre opere della letteratura d’arte indiana («kāvya») del celebre poeta e drammaturgo dell’India classica Kālidāsa (IV-V d.C.): «Raghuvaṃśa», «Meghadūta» e «Ṛtusaṃhāra».
Il quarto capitolo, infine, prende le mosse dal carteggio in entrata tra il Turrini e il gesuita Cesare Antonio De Cara, redattore de «La Civiltà Cattolica» e che in Italia si rese protagonista dello sforzo apologetico portato avanti dalla Chiesa nei confronti delle nuove risultanze a cui era pervenuta l’intellighenzia liberale del Paese.

libro

Prezzo € 16.00

pp. 162

Formato 16x24

Anno 2020

ISBN 9788860325723

Collana: Alti Studi di Storia intellettuale e delle Religioni


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Anno 2020

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