Termini rustici nel territorio di Pontassieve e di Bagno a Ripoli

Renzo Gherardini

Termini rustici nel territorio di Pontassieve e di Bagno a Ripoli

Questa indagine lessicale, condotta sotto la guida di Bruno Migliorini all'inizio degli anni cinquanta del secolo scorso, fa parte di un gruppo di tesi di laurea assegnate nell'àmbito di Storia della Lingua Italiana e della sezione moderna di Glottologia, tesi discusse da studenti universitari ai quali erano state «affidate le esplorazioni lessicali toscane di otto varietà toscane rustiche», come si legge nella Postilla bibliografica del quinto ed ultimo volume del Dizionario Etimologico Italiano di Carlo Battisti e Giovanni Alessio: nella quale postilla si precisa inoltre che la decisione di dar corso a queste ricerche linguistiche derivò dalla constatazione, a giudizio degli autori, che «la parte toscana dell'Atlante linguistico dell'Italia e della Svizzera meridionale non è tale da permettere una visione approfondita di quelle varietà più conservative del ganglio linguistico italiano».

I criteri e il metodo seguìti nella raccolta dei termini in questa esplorazione lessicale sul territorio di Pontassieve e di Bagno a Ripoli sono brevemente esposti nel paragrafo conclusivo della parte che precede il glossario, dove si pongono in rapporto immediato attività agricole e linguaggio, per cui la relazione dell'indagine effettuata risulta lo specchio diretto della vita quotidiana di cinquant'anni fa su queste campagne. Mi preme, inoltre, far qui presente lo spirito sotteso alla stesura del testo nel quale vengon presentati i dati linguistici raccolti: questi si dispongono in un percorso narrativo in cui il lessico documentato acquista un'efficace evidenza nel suo sposarsi immediatamente all'azione che esprime: ne vien fuori un'esperienza diretta di operatività agricola, di cui la perspicuità talvolta metamorfica del linguaggio contadino parrebbe esaltare un intimo valore didattico, quasi di piccola georgica.
Se a oltre cinquant'anni dalla compilazione di questa ricerca lessicale in forma di tesi di laurea, e dopo gli studi intervenuti successivamente alla sua stesura – pensiamo sùbito all'Atlante lessicale Toscano diretto da Gabriella Giacomelli e pubblicato in forma elettronica nel 2000 –; se ci si accinge ora a farne nascere un libro, confessiamo che vi siamo spinti poiché si ritiene che quelle parole raccolte mezzo secolo fa siano ormai diventate delle ombre di una realtà linguistica e insieme agricola dissoltasi in séguito all'esodo dei contadini da quelle campagne, ai mutamenti delle tecniche, alla scomparsa di alcune colture, di strumenti di lavoro, di mezzi di trasporto.
La passione con cui questa ricerca venne allora condotta la si può spiegare col fatto ch'essa fu l'oggetto di un lavoro in cui si trovaron congiunti un impegno di studio e un'esperienza di vita: un lavoro amorevolmente perseguito, in giornate trascorse sui campi, accompagnando e ascoltando i contadini nella loro opera quotidiana, e in altre lunghe ore al raccolto tavolo della biblioteca. Da questo vivo connubio è nata come un'ultima immagine fotografica del linguaggio del contado fiorentino quale si era sedimentato nel corso degli ultimi secoli: né si nasconde che questo inventario di parole perdute rimane tuttora come un libro aperto nel segreto dell'anima, da cui son financo germogliate parole di poesia.

Nel passaggio da tesi di laurea a libro è rimasta invariata, oltre alla notizia sull'aspetto geografico e sociologico della zona documentata, anche la parte descrittiva dei lavori agricoli presi in esame, relativi alla vite, all'olivo, ai cereali, insieme con la presentazione dei grandi attrezzi agricoli, quella parte, cioè, in cui si propone, in forma discorsiva, l'intero corpo dei termini raccolti – oltre 1.000 – che a quelle attività pertengono. Qualche considerazione, invece, della parte più strettamente linguistica è stata meglio precisata: ma gl'interventi minutamente più numerosi riguardano l'organizzazione del glossario. Questi interventi non modificano assolutamente la stesura, relativa alle singole voci e locuzioni, sia delle loro definizioni, sia dell'apparato di testimonianze lessicografiche ad esse pertinenti, ma uniformano i rimandi e aggiustano qualche particolare. I riferimenti etimologici relativi ad ogni vocabolo, che avevano giustamente un senso in una tesi, sono stati considerati qui superflui e perciò eliminati.

Dalla premessa, R. Gh., aprile 2005

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Anno 2006

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