«Ancor che tristo ha suoi diletti il vero»

Martina Romanelli

«Ancor che tristo ha suoi diletti il vero»

Una lettura di Zibaldone 2999

Carte alla mano, con un gruppo sparuto di testi e un ultimo, tormentatissimo abbozzo abbandonato alle soglie del 1820, è difficile parlare di un Leopardi drammaturgo. Ma se il teatro resta ai margini della sua esperienza letteraria, a differenza della prosa filosofica delle «Operette morali» e della poesia dei «Canti», è anche vero che il lettore dello «Zibaldone» si imbatte spesso in appunti, postille e digressioni che danno origine alle pagine più importanti del suo pensiero. È il caso di una nota come quella del 21 luglio 1823: un promemoria, pressoché insospettabile, sul teatro del tardo Cinquecento che nasconde in realtà i primi passi di una rivoluzione teorica destinata a cambiare radicalmente la poesia leopardiana. A partire da questo insolito spunto di lettura, che anche a distanza di anni continuerà a guidare i percorsi dello «Zibaldone», Martina Romanelli rilegge una fase cruciale della riflessione leopardiana sul senso e sulla legittimità della poesia all’indomani della crisi testimoniata dalle «Operette». Sulla scorta di testi e strumenti raramente messi in gioco anche a proposito dell’ultima produzione leopardiana, i termini e i problemi su cui a partire da «Zibaldone» 2999 si sviluppa la critica al genere teatrale assumono un nuovo significato, fino a rivelarsi un’occasione di fondamentale, e forse irripetibile, riflessione sulla letteratura che trova nella poesia l’ultima forma di riscatto di fronte al dramma dell’esistenza.

libro

Prezzo € 16.00

pp. 216

Formato 16x24

Anno 2018

ISBN 9788860324634

Collana: Quaderni Aldo Palazzeschi, nuova serie


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Prezzo € 11.20

Anno 2018

ISBN 9788860324726

Collana: Quaderni Aldo Palazzeschi, nuova serie