Versi
01/06/2004
«Per leggere, Edizioni e commenti, n. 6, primavera 2004»

di I. Becherucci


Con l'anastatica dei Versi (1826) si ripropone un testo chiave per definire la strategia di autorappresentazione di Leopardi negli anni delle Operette morali. Il volumetto raccoglie materiali poco omogenei (dagli idilli, ai sonetti burleschi, alle traduzioni), in buona parte esclusi dai Canti e mai più ristampati dall'autore, ma la fisionomia composita della raccolta è frutto di un meditato dosaggio e persino la veste editoriale racchiude un disegno forte.

I Versi sono legati alle Canzoni del '24, di cui replicano l'impaginazione tipografica, imitazione delle Opere di Pietro Giordani (pubblicate dallo stesso editore, Brighenti). Canzoni e Versi fanno perciò parte di un progetto il cui punto di riferimento è Giordani. D'altra parte, i Versi si intrecciano alla gestazione delle Operette morali, edite all'inizio del '27. Riunendo testi lirici, comici e satirici, la raccolta del '26 stabilisce un ponte che evita il dilatarsi della frattura fra il classicismo delle Canzoni e la prosa satirica delle Operette morali. I Versi assicurano coerenza al sistema Leopardi, trovando una compensazione - temporanea - a spinte divergenti. Infine, l'esemplare riprodotto non si discosta dalla tiratura standard, ma reca nel frontespizio una marca tipografica assente negli altri esemplari che si è potuto consultare. Il libro riproduce l'edizione del 1826 pubblicata a Bologna dalla Stamperia delle Muse col titolo Versi del conte Giacomo Leopardi.

libro

Prezzo € 15.00

pp. 160

Formato 16,5x24

Anno 2002

ISBN 9788887048391

Collana: Le parole ritrovate


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