di Giovanni Pallanti
di Marco Marchi
di Francesco Gurrieri
di Piero Vignozzi
Dopo un lungo periodo di silenzio il 2006 ha segnato infine una ripresa degli studi su uno dei poeti più significativi del nostro Novecento: Alfonso Gatto.
Alfonso Gatto ha infatti saputo unire come pochi altri della sua generazione una straordinaria vena poetica all'impegno culturale e civile, passando agilmente dalla critica d'arte a quella letteraria, dalla pratica della pittura al giornalismo.
Questo catalogo, e la mostra che gli ha dato origine, allestita con attenta cura da Leonardo Manigrasso, hanno scelto di mettere a fuoco il rapporto (la presenza, le attività) di Gatto a Firenze dagli anni Trenta agli anni Settanta.
È soprattutto documentata l'appassionata collaborazione con gli amici artisti (con la riproduzione quasi totale delle premesse ai cataloghi d'arte fiorentini), ma non si è trascurata neppure la collaborazione a giornali e riviste (con un prezioso elenco degli articoli apparsi sulla terza pagina del «Giornale del Mattino»), la schedatura dei libri del fondo Gatto (depositato presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Firenze), o la dimensione quotidiana, della quale viene offerto un inedito squarcio dalla testimonianza di Piero Vignozzi.
Proprio in una dedica all'amico pittore, Gatto avrebbe definito Firenze città «testimone del nostro lavoro e, più, dei nostri affanni», riconoscendo l'importanza, talvolta anche conflittuale, che aveva avuto nella sua esistenza, luogo imprescindibile di formazione e di confronto, ma anche di ritorni laceranti e appassionati.
Edizione a stampa non disponibile per l'acquisto on line