La medicina si occupa di uomini che cercano, anche nell'esperienza della malattia, il senso della loro sofferenza, cioè il nesso tra la vita e il destino per cui si sentono fatti.
Ma nella concezione odierna del lavoro “sanitario” le domande e le provocazioni radicali che la realtà della malattia porta con sé, appaiono spesso dimenticate, negate oppure, anche quando riconosciute, rese irrilevanti sull'impostazione della pratica clinica e/o assistenziale.
Eppure, e non a caso, il mondo della sanità è stato negli ultimi tempi il palcoscenico di interrogativi che agitano il panorama culturale del nostro Paese (basti pensare a temi quali il rapporto stato-cittadino, l'etica della procreazione, i confini dello sviluppo scientifico, l'eutanasia), rivelando come non sia possibile, soprattutto a chi esercita una professione sanitaria, conservare un atteggiamento “neutrale” rispetto all'idea di uomo e all'ipotesi di bene che si intende realizzare con il proprio lavoro.
Crediamo che l'approfondimento di questi aspetti, che sono alla radice della nostra professione, faccia parte del nostro “dovere” professionale.
Per questo abbiamo voluto il primo congresso nazionale, come uno strumento di lavoro, che aiuti ognuno a tenere aperte tali domande e provocazioni nel lavoro quotidiano.
Il volume contiene gli Atti del primo congresso Nazionale dell'Associazione Medicina e Persona.