di Matto Cristiano
di Matteo Fantuzzi
Questo volume nasce dalla persuasione che Cristina Annino sia un anti-classico da riscoprire e approfondire: da Non me lo dire, non ci posso credere (1969) al postumo Avatar (2022), la sua opera poetica (cui si affianca una produzione pittorica e narrativa) rappresenta per molti motivi un unicum nel panorama letterario italiano. La stima che le hanno riconosciuto poeti e critici della statura di Pagliarani, Fortini, Porta e Siti è stata inversamente proporzionale alla sua visibilità nel mondo editoriale e accademico.
I saggi qui inclusi intendono fare luce sull’opera di Annino mostrandone, attraverso prospettive e approcci diversi, la complessità, la rilevanza e l’irriducibilità alle tendenze dominanti nell’ultimo mezzo secolo di storia letteraria italiana. Le analisi linguistico-stilistiche, metriche, filologiche, intermediali ed ermeneutiche qui presentate hanno l’obiettivo di fornire una prima base di studio e una risorsa bibliografica a chi vorrà dedicarsi, nei prossimi anni, all’esplorazione della sfuggente e illuminante visione di Annino.