di Roberto Incerti
di Fabrizio Diolaiuti
di Claudia Renzi
di Umberto Cecchi
di Alberto Severi
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di Raffaello Pecchioli
di Guido Guidi Guerrera
di Paolo Puggelli
di Gigi Marzullo
Fausto e Saraceno sono esattamente il contrario di due gocce d'acqua. Fausto è alto, Saraceno è basso. Fausto parla poco, è cupo, pensoso; Saraceno è logorroico, è sempre alla ricerca di una “battuta divertente”. Fausto è toscano, Saraceno è calabrese. Il caso li ha messi assieme costringendoli a lavorare fianco a fianco nell'arco di una giornata. Fausto e Saraceno sono due tecnici di teatro (uno elettricista, l'altro macchinista) impegnati a montare la scena di uno spettacolo (Aspettando Godot).
Presto succede qualcosa di non spiegabile, Saraceno firma una cantinella col soprannome di “Pazzesco” e subito gli occhi di Fausto non riescono a nascondere una rabbia dolorosa; come se qualcosa si stesse “rompendo” nella sua mente. Questo “turbamento” è il primo tassello misterioso di un puzzle che si costruisce gradualmente, sempre sul filo di una suspence minimalista ma avvincente, come un duello occulto che segue le regole di un thriller.
Dalla Prefazione di Ugo Chiti