di Michela Landi
Saggi e studi contenuti in questo libro sono per lo più dedicati all’inizio della creatività poetica, allorché un bisogno d’espressione si scontra coi vincoli dell’estensione: pudore o reticenza personale, disciplina del corpo e della parola, favore del pubblico.
Un saggio sulle autotestimonianze dei poeti del primo Novecento italiano è seguito da uno studio su un caso tra i più esemplari di raccoglimento d’un soggetto in conflitto con se stesso: ‘soggetto’, vale a dire, a se stesso. Un saggio sulle possibilità teoriche di giovarsi di tecniche musicali sommarie per dare estensione e costrutto a composizioni poetiche è seguito da uno studio su quella particolare estensione della poesia che consiste nella sua recitazione a memoria.
Tutto nasce, in definitiva, da un giudizio sullo stato presente della poesia italiana alquanto simile al giudizio espresso in Filosofia della musica da Giuseppe Mazzini: crisi di schietta sensibilità poetica significa crisi di vitalità nazionale. Ne conseguono inevitabili sconfinamenti sulla filosofia politica e sulla logica del giudizio. Sotto il primo profilo, l’ipotiposi che fa da tacito archetipo (senza riguardo al pregio dei risultati musicali) consiste nel contrasto che vede opporsi al prematuro ritiro di Rossini la volitiva perseveranza di Wagner. Sotto il secondo profilo, lasciando senz’altro da parte l’estetica romantica che vuole un soggetto contrapporsi alla natura o al mondo anziché a se stesso, l’attenzione si rivolge a combattere direttamente la logica del giudizio del criticismo kantiano.
Una riaffermazione dell’unità radicale delle facoltà conoscitive nel raccoglimento del sentire ha lo scopo di costituire i paraferni a qualche proposta di riforma della poesia d’oggi, che giovi ad un risorgimento della personalità italiana.
Alcune composizioni possono infine valere come saggio sulle possibilità pratiche d’estensione ideologica della lirica stretta in lirica civile. Per chi cerca una strada, pratica è già la ricerca d’una teoria, mentre non ne è pratica l’applicazione in vista di scopi pedagogici o di successo. Il discorso viene qui occasionalmente a sconfinare sui margini degl’intellettualismi alla moda e dei costumi accademici.