di Carlo Parenti
di Antonio Lovascio
Don Corso Guicciardini, successore del venerabile don Giulio Facibeni alla guida dell’Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa, muore a 96 anni, ben consapevole del cambiamento d’epoca di cui parla papa Francesco e della «necessità di rinnovarsi per evitare di fermarsi, non dando più risultati vivi interessanti, nuovi ma una ripetizione di cose già vissute», deludendo le persone e specie i giovani. Raccomanda di avvicinarsi a loro «senza pretese, senza risultati da raggiungere, ma con desiderio di portare qualcosa di nuovo, di puro, di sincero» evitando «il pericolo di volgersi al passato più che al futuro». Ciò in accordo con il pensiero di Benedetto XVI e Francesco. È il tema del proselitismo e delle appartenenze: la Chiesa non cresce per proselitismo, cresce per attrazione, per testimonianza evangelica.
L’autore ci racconta come la sua vita cambiò radicalmente grazie alla relazione concreta e vera con don Corso, maestro di carità. Un libro «per tutti coloro che non hanno sperimentato una paternità “donata”, gratuita, per certi aspetti superiore a quella biologica».