Questo studio vuole essere una proposta di elencazione biografica dei frammenti di Eraclito secondo suggerimenti desunti per lo più dalla sensibilità letteraria e da una filologia divinatoria del personaggio. Il lascito frammentario è una raccolta di ricordanze, capostipite del genere marcaureliano e poi guicciardiniano. Il filosofo, d’altra parte, è innanzitutto il cittadino di Efeso; e questo saggio riconosce volentieri il suo debito verso l’interpretazione avanzata a suo tempo da Antonio Capizzi.
Eraclito è il primo che nella storia della filosofia fu costretto dalle circostanze a mettersi in cerca di uno strumento di successo per il pensiero; e oltre che nella sentenziosità gnomica tradizionale trovò questo strumento in un piccolo repertorio d’immagini chiare, evidenti, nelle quali si riassume il significato logico delle sue meditazioni.
Egli non dette il meglio di sé nelle elucubrazioni naturalistiche e cosmologiche, bensì nell’avvicinare il commerciante, il soldato, il coltivatore, il maestro, il pescatore e l’artigiano, allo scopo di mostrare loro che grandi verità si nascondono negli strumenti delle loro professioni. Cercò una filosofia pragmatica capace di ricorrere, all’occorrenza, al linguaggio della semplicità e dell’evidenza. Tutta la sua vita testimonia col pensiero e coi fatti non già l’albagia, bensì l’umiltà.
Su questa strada della ricerca di un pubblico Eraclito non fu tuttavia capace, né disposto a trovare il mezzo narrativo, letterariamente esteso, che gli avrebbe consentito di esprimere la contraddizione moralistica o l’unità degli opposti, antropologica e cosmologica, con l’illustrarla e descriverla, oltre che col sancirla. In ciò consiste il significato teorico della sua posizione storicamente diversa rispetto ad Eschilo.
Sulla mancanza di successo letterario di Eraclito si misurano e si decidono le future sorti separate di filosofia e poesia: ancora in qualche modo unite nel suo ermetismo, esse prenderanno poi a svilupparsi sulle strade per lo più separate dei generi letterari.
Non diversamente da Eschilo, Eraclito fu uno dei tanti uomini d’ingegno che dovettero accettare il pasaggio alla democrazia, facendosene una ragione. Alla luce di un problema di filosofia politica circa il rapporto fra autoritarismo e democrazia nel nostro tempo, nella seconda parte si discute ampiamente dell’Eraclito di Spengler, Heidegger, Gadamer.