La Fondazione Vittorio e Piero Alinari ha dedicato il Premio “Piero Alinari” (2006) alla realizzazione di un'opera teatrale inedita in lingua italiana sul tema Identità e culture. Focalizzare il titolo su “identità” e “culture” potrebbe a molti apparire, in un'epoca contrassegnata da repentini cambiamenti e violenti contrasti (non mi riferisco solo alle forze di cui a volte ci accorgiamo perché premono con violenza dall'esterno e dentro i nostri confini, ma anche ai drammi che ogni giorno mostrano un io in crisi, senza più certezze e valori naturali di riferimento), qualcosa di banale e anacronistico, o un tentativo per sua natura destinato al fallimento. Troppo spesso il termine identità è considerato sinonimo di sopraffazione (scontro sociale, di civiltà, di religione) e si dimentica, purtroppo, che non c'è possibilità di dialogo se non a partire dal rispetto e dalla capacità di ascolto tra soggetti che si stimano perché l'altro c'è ed esiste con le sue esigenze fondamentali e le sue diverse tradizioni; mentre il termine cultura (sempre più identificabile con la parola moda) è usato oggi per alimentare e imporre il giogo di una confusa e inconsistente visione della vita, di cui nessuno sa più dare spiegazioni comprensibili e a cui tutti fatalmente si adeguano. Ma l'incontro tra identità e culture è ancora possibile perché ogni uomo, nonostante tutte le diversità comunitarie, sociali, storiche e religiose che sembrano dividerlo, possiede un identico e unico essere, che è esigenza di felicità e ricerca di verità.
Le 19 opere dei 20 artisti (due sono coautori), che hanno partecipato al Concorso, non sono estranee a queste problematiche. Sono testi attuali, immersi nella contemporaneità, capaci di indagare da molteplici sfaccettature le varie e vitali relazioni che intercorrono tra identità e culture e la tradizione artistico-letteraria, sociale, politica e religiosa del nostro Paese.
Da un'attenta lettura dei profili biografici e professionali, forniti dai partecipanti al Premio, si può notare non solo che tra essi prevalgono i giovani autori, ma che quest'ultimi sono accomunati ai più “vecchi” da una sicura esperienza in campo teatrale, maturata sia come autori, sia come attori. Questa preparazione ha assicurato al Concorso un'elevata qualità di prove, che si documenta in uno spregiudicato uso espressionistico della lingua italiana, in un'originale adesione al titolo (rivisitato secondo tutta la sua ampiezza cronologica e tematica) e in un essenziale allestimento tecnico che rende i testi disponibili alla messa in scena, o almeno a una mise en espace. Ma il contributo più grande di queste opere consiste nella forza della parola, in quell'esigenza di essere che si incarna sulla scena del teatro e/o della vita, e ci aiuta a sfrondare il tema Identità e culture da tutto quel repertorio di stereotipi e frasi fatte con il quale siamo soliti esorcizzarlo e a sentirlo come un dramma che ci riguarda da vicino, di cui anche noi siamo i protagonisti, gli attori principali.
La Commisione giudicatrice, presieduta dal regista Franco Palmieri e composta da Mariapia Cattolico, Enrico Gatta, Simone Magherini begin_of_the_skype_highlighting end_of_the_skype_highlighting, Beatrice Paolozzi Strozzi, Andrea Ulivi, si è trovata per questi motivi di fronte a un compito arduo e, riconoscendo l'indubbio valore di tutte le opere partecipanti, ha deciso di assegnare il primo premio con diritto di pubblicazione a Fine stagione di Silvia Calamai con la seguente motivazione:
«L'autrice dimostra di possedere una scrittura sintetica ed incisiva e un perfetto dominio della lingua in relazione alla scrittura teatrale. L'opera è scritta nella consapevolezza del valore metaforico del teatro e della sua originalità. Silvia Calamai, in una costruzione con meccanismi perfetti, si destreggia con leggerezza tra il livello naturalistico e quello surreale, dimostrando una grande conoscenza dei tempi e dei ritmi teatrali che hanno regole differenti dal romanzo e dalla poesia».
La Commissione ha inoltre segnalato e riconosciuto meritevoli di pubblicazione le seguenti opere: per l'originalità teatrale, La regina e l'alchimista di Vittorio Pavoncello e Anna Foa; come opera innovativa per l'uso sperimentale di nuovi linguaggi, Tre madri di Paolo Sartori; per l'adesione al tema, Poco sopra i maiali di Viviano Vannucci.
Desidero da ultimo rivolgere un doveroso ringraziamento, oltre ai già citati membri della Commissione e a tutti i partecipanti al Concorso (elencati con le loro opere nelle pagine successive), al Teatro Stabile di Innovazione “Elsinor” (Teatro Cantiere Florida), alla Società Editrice Fiorentina e alla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, che hanno contribuito fattivamente e generosamente alla realizzazione del Premio “Piero Alinari” (2006) e alla stampa di questa pubblicazione.
Simone Magherini