di Veronica Ranocchi
«Il mondo di Ottavio, a partire dal lungo viaggio da Firenze a Lisbona, le persone che incontra, i panorami, i luoghi, i tempi, le relazioni interpersonali e quelle amorose, le vicende di corte e quelle familiari, il ritorno a Firenze, la vita d’accademia e di teatro, le aspirazioni più alte e le esigenze più sordide non vanno a comporre una messa in scena di maniera, un “tableau vivent” secentista, un’immersione nel secolo per appassionati di antiquaria o per lettori in cerca di “esperienze immersive” […].
Tutt’altro. Il testo sceglie un’altra strada, del tutto inaspettata ed originale. È la lingua, nella duplice e completa accezione di lessico e sintassi da un lato e di scansione metrica dall’altro, a sorprendere e incantare il lettore fino a imprimere alla lettura un ritmo la cui musicalità permane anche dopo la fine della lettura stessa, come un’eco o un ritornello che risuona pervasivamente nella mente».
(dalla Prefazione di Diana Toccafondi)