“L'esperienza è quella che matura il giudizio e dà la possibilità di uno sguardo calmo sulle cose”, afferma Alessandro Parronchi parlando dei propri scritti. Ed è proprio l'esperienza – i ricordi, la memoria di volti familiari, le immagini del passato presente e prossimo – l'ideale fil rouge che unisce le sezioni del catalogo con il quale il Dipartimento di Italianistica dell'Università di Firenze celebra i novant'anni del poeta fiorentino (martedì 12 ottobre 2004). Si tratta di un excursus fatto di inediti – disegni, poesie e fotografie –, che ha lo scopo di presentare alcuni degli aspetti meno conosciuti dell'attività di Parronchi storico d'arte e poeta. Il materiale, riunito da Umberto Morbidelli seguendo anche i suggerimenti e i desideri dell'autore, è di quelli che determinano la fisionomia degli album privati: non mancano disegni d'infanzia, dattiloscritti originali delle poesie – quasi fossero appena usciti dalla macchina da scrivere di Parronchi – a restituire in maniera originale (per usare parole della bella testimonianza di Silvio Ramat) una delle «”linee” meno sostituibili del tragitto della poesia del suo – e nostro – secolo».