Riverberi sono stati, sono e saranno sempre tutte le mie poesie. Riverberi sono qualcosa che è rimasto dentro di me, sono i riflessi di un fuoco che brucia i minuti del mio tempo, l’ectoplasma che si libra nello spazio della mia interiorità e che riesco alle volte a carpire e a trascrivere solo quando un “duende” s’impossessa di me, trascinandomi verso i suoi segreti.
Sono quarantaquattro sonetti, distribuiti in varie forme, forme che novecento anni di storia hanno contribuito a preservare questo gioiello poetico, a plasmarlo e abbellirlo. Il sonetto è allo stesso tempo una voce semplice, intensa e di sintesi. La poesia non è fatta soltanto di cromatismi immaginari, di metafore, di profondità di pensiero, di silenzi e soliloqui, ma è fatta anche (e soprattutto) di metrica pura.
(Carlo Cantagalli)