Nel suo cammino di vita, di malattia e di morte, l’uomo non è da solo, ma si inserisce all’interno di un gruppo di altri uomini, con i quali costituisce una società, una organizzazione di persone che, aggregandosi variamente, interagiscono tra loro al fine di perseguire un comune obiettivo. Parlare di economia, di sanità pubblica, di organizzazione sanitaria è diventato ormai indispensabile nella società moderna, caratterizzata da scarsità di risorse. Lo stesso concetto di salute appare intrinsecamente collegato con le idee politiche (e religiose) di ciascuna società. Chi si interessa di medicina – sia il malato che la “subisce”, sia lo studente di un corso di laurea di area sanitaria che si appresta a “praticarla”– deve avere consapevolezza di tutto questo. Deve, inoltre, avere il diritto di conoscere lo scopo della professione del medico, che non si differenzia dal veterinario perché si occupa di animali più complessi, ma perché si occupa di esseri umani che cercano il senso della loro sofferenza. E il rapporto medico-paziente non può sottrarsi in alcun caso a questa ricerca.