Il libro, utilizzando documenti d’archivio del XV secolo e una vasta bibliografia, dopo aver percorso sinteticamente la nascita degli Innocenti nella Firenze umanistica, descrive in maniera analitica quali erano le modalità di accoglienza e di cura attuati fin dall’inizio dell’attività nel nuovo Spedale per i bambini abbandonati, nato sotto il patronato dell’Arte della Seta e ideato dal Brunelleschi.
Si analizzano anche le condizioni del baliatico, che garantiva la sopravvivenza delle creature e la sorte di queste. Rendendo conto della mortalità (del tutto corrispondente a quella infantile di quel tempo), ma anche delle creature rese alla famiglia e a quelle date in affidamento a famiglie che accettavano di fare una dote alle bambine per potersi sposare o che assicuravano ai maschi un periodo di apprendistato e un mestiere sicuro. Uno sguardo particolare è stato dedicato a quel terzo degli ingressi, in questi primi anni di accoglienza, di creature partorite da schiave e portate agli Innocenti.