di Davide Cerullo
di Alessandro Busi
conduce Silvia Salemi
«Davide non scrive per istinto, per dote avuta in sorte, ma per conquistato titolo di autore. Le sue storie fanno alzare gli occhi dalla pagina e danno a chi legge un lancio nei suoi propri ricordi. Le sue storie suggeriscono al lettore quello che ha di sé dimenticato.
Così questa lettura è doppia, il diario di Davide rimanda a quello mai tentato del lettore. Succede a me la mescola improvvisa dei giorni suoi coi miei».
(Erri De Luca)
«Se un giorno Scampia non ci fosse più, o, meglio, non ci fosse più quella Scampia delle Vele, della camorra, dei senza speranza, il luogo maledetto del degrado sociale, e magari avesse prevalso la Scampia onesta e dignitosa, che pure silenziosamente esiste, molti non saprebbero né più scrivere né più parlare di una Scampia diversa. Troppe volte in questi anni, soprattutto da Gomorra in poi, ci si è avvicinati a Scampia sperando di replicare con successo la denuncia-racconto di Saviano: non per cercare di capire questo complicato e difficile territorio, ma per sfruttare questo nuovo immaginario collettivo su Scampia come unica sede della camorra. A Scampia c’è un’umanità forte e silenziosa là dove gli ipocriti hanno costruito pregiudizi che separano dalla vita reale, dal cuore delle cose».
(Davide Cerullo)