di Anna Maria Vinci
di Giorgio Linguaglossa
Con impasto ironico, appassionatamente “paesaggistico”, Eclisside indaga i fallimenti dovuti a comportamenti incapaci di rispettare i sentimenti, in vista di premi apparenti e scorciatoie sempre fallimentari ai fini d’un progetto alto e d’una pienezza duratura. Vibrante d’un indignato noto ai lettori di Siamo esseri antichi, L’ora di Mefistofele e de L’attimo leggente, titoli tra gli ultimi di poesia del nostro autore, la scrittura di Carlo Villa è stata apprezzata da Pasolini, Vittorini, Calvino, Butor (che lo volle alla Gallimard) fin dai suoi esordi per la sua stravolgente espressività, che lo pone – per quanto non ancora così come meriterebbe, ed è stato sottolineato più volte – a erede di quella d’un Gadda, che del resto di Villa favorì l’esordio nel lontano 1959.