di Enrico Mattioda
Considerata dalla ricerca archivistica contemporanea come uno strumento indispensabile per approfondire la conoscenza della personalità degli scrittori d’ogni tempo, l’analisi di una biblioteca d’autore consente agli studiosi di immergersi in un mare magnum librario costituito da testi unici o rari, esemplari annotati, dediche autografe, capace di illuminare il profilo intellettuale – gusti letterari, modalità di lavoro, relazioni intrattenute – del collezionista che le ha dato forma.
La biblioteca di Edmondo De Amicis, con i suoi 2.567 titoli qui registrati e descritti al termine di un meditato lavoro di selezione compiuto all’interno della Biblioteca Civica «Leonardo Lagorio» di Imperia ove i volumi sono conservati, rientra a pieno titolo in quest’ambito proponendosi come «una tra le capitali biblioteche d’autore dell’Ottocento» (così Franco Contorbia).
Sulle tracce delle schede bibliografiche disposte secondo l’ordine alfabetico degli autori si delineano innumerevoli itinerari di lettura lungo i quali scoprire via via interessi culturali, passioni politiche, infatuazioni poetiche, suggestioni odeporiche, curiosità linguistiche perfettamente sovrapponibili e complementari alle stagioni artistiche di uno scrittore che, nella sua quarantennale carriera, ha saputo cimentarsi in una grande varietà di generi letterari.