di Ilaria Macera
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno internazionale In trincea. Gli scrittori alla Grande Guerra (Firenze, 22-24 ottobre 2015), promosso, in occasione del centenario dell’entrata in guerra dell’Italia, dal Centro di Studi «Aldo Palazzeschi» dell’Università di Firenze, con la collaborazione della Fondazione Primo Conti – Centro di documentazione e ricerche sulle avanguardie storiche e del Gabinetto Scientifico Letterario «G.P. Vieusseux», con il patrocinio del Comune di Firenze, della Regione Toscana e dell’ADI (Associazione degli Italianisti). Al Convegno hanno preso parte, oltre a studiosi italiani e statunitensi, anche relatori provenienti da Paesi, come la Germania, la Repubblica Ceca e la Polonia, che nel 1915-1918 si sono trovati schierati dall’altra parte, di là dalla trincea, in modo da offrire sul conflitto un punto di vista non soltanto italiano ma pluriprospettico.
La Grande Guerra è tema storico e politico, ma il Convegno ha privilegiato soprattutto l’aspetto letterario. Con questa avvertenza, comunque: non l’aspetto letterario espresso da scrittori che hanno parlato della guerra dalla scrivania delle loro abitazioni private, sì da coglierne anche temi e motivi di grande rilievo (come accade con Panzini, con Pirandello, con De Roberto). Il Convegno ha voluto invece ascoltare la voce di autori che la guerra l’hanno fatta in prima persona, o sulla linea del fuoco o nelle retrovie. Ecco allora che le scritture letterarie, come fonte insostituibile di conoscenza, mettono in risalto aspetti particolari della Grande Guerra, scavano nel senso dell’assurdo, dell’angoscia, della morte: portano in primo piano l’urto dell’esperienza sofferta nei suoi inevitabili riflessi esistenziali, la realtà psicologica, affettiva, emozionale, ma anche antropologica e fisiologica di chi la guerra l’ha combattuta e patita sia di quanti ci hanno creduto e partecipato con entusiasmo come volontari (in buona o in cattiva fede), sia di quanti hanno dovuto subirla.