di Cristiana Minelli
Enrico è un praticante avvocato di Roma disilluso dalla politica nonostante un passato da militante. Una proposta del suo datore di lavoro scombina le carte della sua quotidianità: se testimonia il falso a seguito di un incidente stradale può ottenere un posto di lavoro sicuro e uno stipendio.
Posto di fronte alla scelta tra la coerenza ai principi di un tempo e il proprio tornaconto personale, il protagonista si interroga nel corso di un viaggio estivo in compagnia dell’amico Riccardo, che lo porta a ripercorrere temi e luoghi della più recente storia italiana.
Lotte sindacali, Resistenza, impegno sociale e imbruttimento del linguaggio pubblico: il percorso fisico tra Roma, Toscana ed Emilia e quello interiore nell’universo delle idee che avevano formato la sua antica appartenenza diventano un’occasione fertile per riflettere su ciò che è giusto e cio che è sbagliato, su partecipazione e interessi privati, sulle conseguenze dei rapporti personali e, soprattutto, sul grande tema della libertà.
La cui continua ricerca, suggerisce il romanzo, non riguarda soltanto il singolo ma tutte le altre persone che lo circondano, in un equilibrio instabile da bilanciare giorno dopo giorno.