di Francesco Stella
Michele Marullo Tarcaniota (Costantinopoli 1453 - Fiume Cecina 1500) è stato un poeta tanto misterioso quanto vigoroso e raffinato. Fu un esule greco dalla vita avventurosa con più di una esistenza vissuta pienamente: soldato di ventura (da quando aveva 17 anni) al servizio di vari potentati, ma soprattutto studioso, letterato finissimo e poeta-filosofo, senz’altro uno dei maggiori del ’400, ha saputo scrivere in latino meravigliose liriche piene di nostalgia per la patria perduta, epigrammi d’amore tra i più alti composti nel Rinascimento e i bellissimi e solenni Inni naturali, poesie filosofiche platonico-lucreziane che rivelano una religiosità intensa. Sopravvisse a molti campi di battaglia in buona parte dell’Europa centrale e orientale e, allo stesso tempo, frequentò alcune delle città più vivaci (Ragusa, Napoli, Roma, Firenze) e conobbe molti degli umanisti del suo tempo. Morì affogato la domenica delle Palme del 1500 nel fiume Cecina, in piena per lo scioglimento delle nevi, mentre da Volterra cercava di raggiungere la nave che a Piombino lo attendeva per riportarlo finalmente nella sua Costantinopoli (abbandonata troppo presto dai genitori dopo la caduta della città in mano turca nel 1453). Quando sparì nelle acque che lo travolsero teneva con sé nella bisaccia una copia dell’amato Lucrezio. Lasciò la moglie Alessandra Scala, giovane poetessa fiorentina, bellissima e assai dotta in latino e in greco, che morì sei anni dopo finendo i suoi giorni in monastero. Rimane lo struggente ritratto con cui lo immortalò Botticelli ma, soprattutto, sopravvive la sua pensosa ed elegante poesia che Pietro Rapezzi traduce finemente donandoci un florilegio significativo degli Epigrammata (pubblicati a Roma nel 1489 e poi, in quattro libri, a Firenze nel 1497) da cui si avverte chiaramente come i versi del Marullo oltrepassino la vita vissuta da cui nascono per diventare pensiero poetante. In questa poesia, infatti, è esile la traccia dell’esperienza originaria che misteriosamente si dissolve nella bellezza meditativa delle parole trascinanti, così come la vita del loro autore si dissolse precocemente nella corrente irresistibile.
(Alessandro Polcri)