L’autore cerca di dimostrare – essendo credente in Cristo – che l’Europa non ha mai dimostrato attuate le radici cristiane in linea con gli insegnamenti di Gesù Cristo. L’opera consta di tre parti: il mito di Europa, un excursus storico-filosofico, e la proposta dell’autore con l’intento di portare un contributo all’unificazione mondiale, partendo proprio dall’unità europea.
«Ebbene noi – a futura memoria del nostro modo di vedere e di essere cristiani nel secolo ventunesimo – non rimproveriamo l’Europa né di non citare Dio nella Costituzione né di non essere cristiana ‘more catholico’. Noi rimproveriamo l’Europa di non far fare alcun passo alla unità del genere umano. Unità da cui dipende la possibilità della pace, sogno di tutte le civiltà. E questa ricerca dell’unità, come via alla pace, deve stare a cuore al cristiano più assai che la parola di Dio introdotta nella Carta».
Più che combattere o per vincere dei nemici l’europeo-cristiano dovrebbe lottare per vincere l’ignoranza e l’errore, e mostrare, finalmente, che l’universo è il vero non-io dato all’uomo quale strumento pedagogico per attuare imprese degne della sua vocazione di essere pensante.