di Domenico Mugnaini
Gli autobus fiorentini, pur nella loro rumorosa ristrettezza, sono stati teatro di storie a volte incredibili. Lo dimostrano questi 19 racconti basati su altrettante testimonianze di passeggeri. È l’ideale seguito dei ricordi di un autista del precedente «C’era una volta l’Ataf. I fiorentini e la loro città in un insolito ritratto», edito sempre da Sef.
È una carrellata di storie d’amore, di studentesse appena arrivate a Firenze, di uomini sfortunati, di bambini che sono saliti sul numero sbagliato, che imparano le parolacce scritte sulle pareti del bus, di ragazzini maleducati, di scippi, di nonni che portano i nipoti sull’autobus per farli divertire, come fosse il più bel gioco di sempre, di persone anziane che fanno amicizia con gli autisti e attaccano bottone con i passeggeri per passare il tempo e per confidarsi.
La narrazione dell’autore è piana e suadente.
I personaggi sono schizzati con rapide pennellate, che li fissano in efficaci ritratti fisici e caratteriali.
Sullo sfondo, Firenze, vista dai finestrini degli autobus, che scorre con i suoi monumenti, le sue strade, le sue piazze.