Angela Pagnanelli, scrittrice creativamente innovativa, mentre adotta il genere poliziesco, ampliandolo oltre i suoi confini tradizionali per dargli un orizzonte ampiamente ricco di contenuti “alti” di estremo interesse, ne modifica la consueta struttura conclusiva, come il lettore si accorgerà alla fine.
(dalla prefazione di Teresa Paladin)
La giornalista Gianna Venusti viene casualmente coinvolta in un’indagine su due omicidi che offuscano il cielo di Livorno e che sono intrecciati tra di loro. Alla base della storia narrata ci sono due coppie – composte identicamente da un fratello e una sorella – e il mistero del loro rapporto in un infittirsi di indizi e sospetti che aprono sempre nuove porte su un nuovo arcano da svelare: il giallo procede infatti come se si stesse aprendo una matrioska russa.
Molti i temi affrontati, da quello ecologico a quello socioeconomico del mondo delle cooperative e del lavoro, ma soprattutto quello delle relazioni parentali, affettive e sentimentali tra vari personaggi.
Le figure femminili delle due coppie quasi si confondono per la loro forte rassomiglianza fisica e caratteriale in un rapporto psicologico di luce e ombra: due persone diverse e nello stesso tempo uguali nella commistione di bene e male.
Gianna si troverà a confrontarsi con se stessa e con la sua ostinata ricerca della verità e della giustizia; che sia il destino oppure il caso, non sfuggirà all’assunzione di una consapevole scelta.