«La figura di Giovanni nel poema si confonde con la figura di Gesù, l’anello di congiunzione è rappresentato dalla “tunica”, quella giocata a dadi dai soldati romani, segno di purezza, ma anche di spoliazione. […]
La ricerca antropologico-filosofica comprende l’analisi dell’esperienza del divino e apre alla riflessione su Dio.
Tutto ciò è espresso in modo poetico e dietro ci sono i grandi filosofi e teologi del passato: Agostino, Tommaso d’Aquino, Cartesio, Husserl, Edith Stein con la sua «Scientia Crucis», la descrizione dell’esperienza mistica di san Giovanni della Croce. Essi ci hanno descritto il rapporto fra divino e umano in modo argomentativo; Bettetini, alludendo, ci fa vivere poeticamente la verità sull’umano e sul divino. La poesia scopre, attraverso un lampo, una verità che ci trova consenzienti, perché si afferma con grande evidenza, mostrando, in tal modo, la sua straordinaria forza di comunicazione».
(dalla «Prefazione» di Angela Ales Bello)